lunedì 24 marzo 2014

VISUAL ARTS / WHEN GRAPHIC BECOMES REAL


La sottile linea che divide la realtà dalla finzione è molto labile, spesso ciò che è arte trae spunto dalla realtà, e viceversa, così vale un po' anche per le arti grafiche, discipline applicate decorative (per lo più funzionali) che permeano il mondo che ci circonda.
Dalla pubblicità che ci scorre ogni giorno sotto gli occhi, ai poster artistici, dalle etichette dei prodotti alle riviste di moda, le composizioni grafiche fanno ormai parte della nostra quotidianità, pur essendo una disciplina ormai abbordabile, un po' come la fotografia, resta pur sempre una professione con i suoi canoni, le sue regole e la sua logica, spesse volte mi trovo a discutere su come la modernità abbia reso accessibili programmi di graphic editing e con essi la convinzione che basti aprire photoshop per essere un graphic designer, purtroppo mi spiace deludere il pubblico ma non è così: non basta lavarsi i denti per essere un dentista e non basta scrivere un testo sopra un immagine per essere un grafico.

I bilanciamenti di una composizione, le cromatiche, la costruzione di un testo, di un logo e la realizzazione di un'immagine composita richiede molta esperienza e conoscenza visiva oltre che capacità tecnica.
Dunque mi spiace per voi grafici amatoriali ma proprio come per colui che si improvvisa fotografo perchè dotato di macchina fotografica (o oggi come oggi di Iphone) c'è in realtà un percorso conoscitivo che va intrapreso anche in questa professione.

Tuttavia, le moderne finzioni ci rendono parte di un grande sistema visivo, volenti o nolenti, e ingannano l'occhio e dandoci parvenze di reali irrealtà, ed è a questo meccanismo che dedichiamo questo post.














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