sabato 29 settembre 2012

Grace Kelly & Enzo Miccio. E Noi? Recensiamo.






Davanti all’opportunità di leggere e recensire in anteprima questo libro mi sono sentita onorata. Non sono una critica di professione; chi mi ha proposto quest’attività si fida del mio gusto e delle mie opinioni. Nonostante l'apparente semplicità del compito mi sono trovata a gestire una discreta responsabilità: giudicare qualcosa e rendere la mia stessa recensione oggetto di critiche.
Questo è il primo romanzo di Enzo Miccio, celebre presentatore TV e titolare di una società di organizzazione di eventi e matrimoni.
La storia è una sciarada romantica con intenti briosi ambientata tra la Parigi contemporanea e il Principato di Monaco degli anni '60, in una vorticosa vicenda che coinvolge e rende protagonista un simbolo della moda moderna: la borsa di Hermes ispirata alla principessa Grace Kelly all'apice della sua notorietà. 
Una raffinata signora milanese dal cuore assopito torna tutti gli anni in quella Parigi che tanto le ricorda l'amore con il suo fidanzato Pietro, morto improvvisamente dopo averle chiesto la mano, lasciandole come promessa una Kelly originale, appartenuta alla principessa Grace in persona. Vincent, un rubacuori parigino, scioglierà il ghiaccio nel cuore della donna o è solo intenzionato ad appropriarsi della preziosa borsa? Enzo Miccio è un conoscitore sapiente dell’eleganza classica. Infarcisce qua e là raffinate precisazioni sulle mise dei personaggi, ne descrive con accuratezza il guardaroba, si sofferma sul tipo di fiori nei loro salotti, ci mostra le loro case, spia le loro diete.
Parallelamente non posso non segnalare l'abnorme quantità di personaggi famosi più o meno amati che scrivono libri.
Il signor Miccio, come tantissimi suoi colleghi, avrà colto la palla al balzo. Avrà detto di all’opportunità di scrivere di ciò che gli piace cavalcando l’onda del successo, aspetto questo che non mi sento di giudicare negativamente.
Ciò che non capisco è come una crew atta a supportare un “non-scrittore” nel componimento di un’opera (l’editor, i consulenti, i collaboratori e la stessa casa editrice) non si sia preoccupata di esigere di più da un’opera così arrogantemente priva di cura che si rifà al modello descrittivo dei romanzi rosa Harmony dalla narrativa stucchevole e inverosimile, ma che mai risulta pretenziosa.
La struttura della storia si basa sulla falsa riga della spy-story anni ’60, in un vortice di colori e situazioni frenetiche, profondamente autoironiche e sviluppate con ritmo ed eleganza.
Gestire ogni parte dell’ingranaggio non è semplice e il signor Miccio non ha la necessaria conoscenza del sistema approfondita e fluida per essere convincente.
I personaggi stessi sono relegati in atteggiamenti e battute consumate, senza nessun tentativo di allontanarsi dalle caricature del romanzo rosa. L’evidente mancanza d’Interesse nel coinvolgere quella fetta di pubblico che non conosce il personaggio TV ritratto sul retro della copertina, corrisponde ad un’occasione mancata per il Signor Miccio che ha, tutto sommato, le carte in regola per creare qualcosa di interessante.




1 commento:

  1. Grande martacchia...eccezzionale anche la foto di Grace...che sembra mandare a quel paese Miccio ;-)

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