L’altro giorno, dopo un sacco di tempo, ho registrato una cassetta a un’amica e mentre sul giradischi si susseguivano i brani della Philadelphia International, della Stax e della Motown e io ripetevo lo stesso gesto, stop-recording pause-imput selector-play, mi è venuta in mente l’idea per quest’articolo!
Pensate a un suono oscuro, in tutte le accezioni del termine, sorretto
da strutture minimali, un suono caratterizzato dall’utilizzo preminente dei
synth analogici e delle drum machines prodotte negli anni ’70 e ’80 (dalle
ditte come la Roland, la Korg, la Yamaha, l’Arp, l’Oberheim, la Moog o la
Sequential Circuit, ecc.), un suono low-fi da home studio che ha fatto da precursore
all’estetica D.I.Y, un suono influenzato dalle avanguardie novecentesche quali
futurismo, costruttivismo, suprematismo,
neoplasticismo, nonché dalla letteratura sci-fi o dall’esistenzialismo, e immaginate
tutto questo racchiuso in una cassetta, anzi non in una, in migliaia!
La Minimal Wave, con quello spirito degno di un autentico record
craver come d’altronde lo è la sua fondatrice, radio host, produttrice e DJ
Veronica Vasicka, fa risorgere dalle ceneri a partire del 2005 i suoni che
hanno le radici nella new wave elettronica pre-MIDI prodotta prevalentemente in
Europa, ma anche in Nord America e in Giappone negli anni 1978-1985. Provenienti
principalmente dal cosiddetto ‘cassette
underground’, queste gemme siliconiche degli analogici anni ’80, perse e
ritrovate, risplendono rinnate.
Ve ne cito alcune a me più care come il sublime
lp “New Mexico” degli OpenheimerAnalysis, l’electro body music, come ama definirla lo stesso artista francese
In Aeternam Vale, la dark electro del geniale Das Ding con le tracce come Reassurance Ritual o Inter Caetera che ricordano
istantaneamente il proto-techno detroitiano dei Cybotron e di Juan Atkins aka Model
500, le atmosfere italo-reminiscenti del lp
“On The Screen” dei Linear Movement, ecc.
Del tutto inseparabile dal sound è l’aspetto grafico, cioè l’artwork ingegnoso
delle cassette fatto dagli stessi artisti che rimanda immancabilmente all’estetica
dei Great Complotto ed è anche dal punto di vista musicale che per un certo
verso la label newyorkese e la reltà pordenonese sono affini! Per quanto
riguarda le uscite, una cinquantina in tutto (l’ultima recentissima è di The
Actor “Unreal Personality” del
21/5/2013), la label è filologicamente coerente con il tipo di musica che
distribuisce, infatti pressoché tutte le uscite sono a numero limitato e, con
pochissime eccezioni, sono stampate quasi esclusivamente in vinile 7”, flexy
disc o lp.
Sul sito della MW tante sono sold
out! ma si possono acquistare sul discogs dove hanno voti altissimi dagli
utenti e dove non tutte sono reperibili mentre quelle che si trovano sono
vendute a prezzi da collezionisti. Esiste anche la sublabel, la Cititrax, che
pubblica materiale più recente.
Insomma, di bella musica ce n’è
sempre a nastro!
Don’t ever throw away the tape!
Don’t ever throw away the tape!
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