8 pezzi. Tanto bisogna aspettare per la prima (ed unica) bella canzone di questo disco.
Capiamoci: a chi non li conosce potrebbe piacere, per un po'.
A chi non è avvezzo a questi suoni, o ad un certo folk rock, questo disco potrebbe sembrare gradevole, per un pò. Ma non c'è un guizzo, uno spunto, un sussulto, un'emozione, se non quella di 'Just Make It Stop', traccia nr.8 come detto.
I Low sono stati un grande gruppo, grandissimo. Ma forse proprio quell'intensità, quei nervi scoperti, quella profondità abissale che sapevano raggiungere, non permette loro, come ad altri, di sbarcare il lunario con dignità nei periodi di magra, di nascondersi dietro a compitini ben fatti. E per i Low la magra dura ormai da un pezzo.
Forse da quando han cominciato a cercare il produttore giusto per sfondare. Ma senza grandi canzoni neanche Wilco Tweedy può far miracoli. Corvino resta aggrappato a Trust, il loro ultimo capolavoro. Cercando di dimenticare quanto accaduto dopo, a partire da questo disco e questa recensione. Quella che non avrebbe voluto scrivere.
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