Oggi le Cornacchie, in collaborazione con DateHub hanno deciso di intervistare una talentuosa illustratrice: Roberta Zaetta di Zeta Illustration.
Come funziona il tuo processo creativo? Lavori attraverso epifanie o progetti schematicamente, ti senti più impulsiva o progettuale?
Come funziona il tuo processo creativo? Lavori attraverso epifanie o progetti schematicamente, ti senti più impulsiva o progettuale?
Vorrei essere più progettuale, invece c'è una grande componente impulsiva in tutto il mio modo di essere, mitigata per fortuna da una contrapposta tendenza a razionalizzare, ma la prima resta prevalente. Quest'alternanza è il meccanismo che mi muove: cerco l'ispirazione attraverso varie immagini, fotografie, vecchi film, aspettando di riconoscermi in loro. Poi assemblo i disegni che ho realizzato, alcuni li pesco direttamente dal cassetto dove li avevo dimenticati, magari perchè non mi piacevano ma non li volevo buttare. E per magia funzionano come il tassello mancante. A monte c'é sempre una decisione razionale, ma capita che mi sia chiara anche molto tempo dopo che il disegno é finito.
La matita e la penna su carta, senza dubbio, partendo da un'immagine reale. Il resto del colore lo aggiungo dopo, spesso per esigenze esterne, ed é il risultato di un collage digitale fatto di acquerello/acrilico su carta e pittura al computer.
Ogni tanto si parla di sindrome di Stendhal nell'osservazione dell'arte, tu sei più coinvolta emotivamente o sei più curiosa nella tecnicità della realizzazione di un'opera quando vedi un museo, una mostra, un dipinto?
Ho un approccio molto più emotivo che tecnico. D'altra parte se frequenti i musei, cosa imprescindibile per chiunque disegni o dipinga, e come me hai un carattere facilmente impressionabile, la sindrome di Stendhal può essere considerata una specie di malattia professionale, come il ginocchio della lavandaia. Comunque, uscire rovesciata da una mostra e rimanere turbata un paio di giorni non é nulla in confronto a chi ha staccato dal muro un Van Gogh e in trance é uscito dal museo col quadro sottobraccio nel panico generale... Non mi lamento, voglio dire.
L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica: come ti poni con i mezzi digitali e la vita al computer? Trai spunti?
Nel mio caso non sono opere d'arte ma disegni, non ho la pretesa di essere un'artista, sono semplicemente felice di poter lavorare come illustratrice. Computer, internet e social media aiutano incredibilmente la realizzazione e la diffusione del lavoro, e io sono una suddita riconoscente. Il rischio semmai è di passare troppo tempo davanti allo schermo.
Ti piacciono gli animali, quale rapporto hai con essi? Hai un animale guida?
Li adoro, sono la vera bellezza di questo pianeta. Se ho un animale guida questo è sicuramente il mio cane, un incrocio da caccia, trovata al canile. Da quando stiamo assieme ho dovuto imparare molto per potermi far capire da lei, questo ha implicato lavorare su di me, e ha migliorato molto la qualità sia della mia che la sua vita. Un cane che corre felice è capace di portare via tutti i pensieri, e riempire di allegria ogni momento della giornata, anche solamente riposando accanto a te.
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