Pane e tulipani - Silvio Soldini al SecondoMé Festival
Cari piumati,
eccoci di nuovo qui per un evento particolare del quale siamo molto fieri noi pennuti. Come forse saprete, ma anche se lo sapete fante finta di niente e leggete qui, siamo per la maggior parte padovani di nascita o di adozione. Anche se siamo cittadini del mondo, come è giusto sia per un pennuto moderno, siamo contenti di raccontare una bella storia che capita vicina a noi. A Padova questo weekend c'è il
SecondoMé Festival, il Festival che lascia al suo ospite la più bianca delle carte. Quest'anno sarà Silvio Soldini il padrone di casa a comandare proiezioni,
readings,
listenings e degustazioni nella città dove la maggior parte di noi ha il nido o il guscio dell'uovo.
Per quanto riguarda me, povero corvaccio malandato, beh credo la migliore soluzione per tributare merito alla manifestazione e al suo ospite sia parlare un pò, per come so, del suo film più importante.
Pane e tulipani è il film del 2000 che ha reso famoso il regista milanese. Non è il suo primo film ma, senza dubbio, è quello che ha spaccato di più, ecco. Come se non bastasse, aggiungo che è uno dei film preferiti di mia madre e quindi deve piacere a tutti. La storia è semplice: una donna di mezza età, Licia Maglietta, viene dimenticata in un autogrill dalla comitiva con la quale stava viaggiando per l'Italia. Presente quei viaggi in autobus alla fine dei quali provano a vendervi le pentole?! Ecco, qualcosa di tanto squallido e triste. La sua famiglia, il marito e i due figli, non si accorgono quasi della sua scomparsa e lei che fa?! Se ne va. Con l'autostop che non si può più fare arriva fino a Venezia e da lì lentamente si riprende tutto quello che la sua condizione le ha tolto: la libertà, il sorriso e la femminilità. Ci prova anche a tornare a casa ma non ne vale la pena: tiè! Incontra un uomo, Bruno Ganz, stanco e perduto che le dà ospitalità e che da lei otterrà in cambio una nuova giovinezza.
L'aspetto principale del film, ciò che va sottolineato, è come tutto proceda con una leggerezza assoluta, con uno sguardo quasi infantile sugli avvenimenti che capitano ai protagonisti. Tra risate e incomprensioni, tra fughe e rinvenimenti, tra i vicoli di una Venezia iperrealista e tanto turistica da non esserlo, ci vengono raccontate le vicende di Rosalba quasi ci si trovasse in una palla di quelle con l'acqua e la neve dentro. La vita pare ancora una volta di più quello che capita mentre si è impegnati a fare altro e non si può che rispondere distratti
Ah, sì!? quando siamo interpellati, un pò confusi e straniti. Soldini confeziona un film sorridente e brillante con degli attori fantastici, un ottimo esempio di cinema italiano e, senza dubbio, della bravura di Soldini al quale consegnamo un titolo di cornacchia
honoris causa e le chiavi della città di Padova.
Con il mio cappellino da capitano di vascello con su scritto Venezia e il mangime per i piccioni di Piazza San Marco penso a questo film come un raggio di sole nel nostro autunno padano, il suggerimento che alla fine la vita non è questione di pentole ma di fiori e fisarmoniche, strumenti troppo sottovalutati.
A presto dal trespolo di casa sua,
il Vostro corvaldo
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