Oggi le Cornacchie incontrano Alessio Togneri, un fotografo appassionato e con un immaginario romantico e sensuale.
1) Ciao Alessio, quando e come inizia il tuo percorso artistico, o meglio ancora la tua ricerca?
Il percorso inizia ai tempi dell'accademia, in questa fase lo studio del periodo dell'Art Noveau, è fondamentale per riconoscere in un lasso di tempo l'esistenza di una modernità arcaica e decadente, una modernità non del tutto compiuta, frutto dell'impatto di due forze opposte: tradizione e avanguardia,
certezza e dubbio. Parallelamente ho cercato negli autori celebrati da Mapplerthorpe, Horst, Blumfeld, Basilico, Mulas, uno startup dal quale intraprendere un percorso, senza mai arrivare però ad una sintesi soddisfacente. Le immagini in rassegna fanno parte di questo periodo. Qualche anno più tardi a seguito di un grosso cambiamento di vita, cui la conoscenza di un imprenditore/mecenate lucido e visionario, mi ha permesso di unire molti tracciati impostati allora, aprendo la strada a quella che oggi è l'oggetto della mia ricerca in corso d'opera, evolvendo in altri ambiti della rappresentazione.
2) Cosa cerchi quando crei un'immagine?
Quando fotografo cerco sempre l'equilibrio ideale fra forma e contenuto, di fatto mi ritengo un esteta, la forma il più delle volte ha la meglio.
3) Quali sono i tuoi artisti di riferimento e cosa cogli in loro?
Faccio riferimento a quanto espresso nella prima domanda, aggiungo inoltre che negli ultimi anni è diminuito l'interesse per i fotografi, anche se confermo l'influenza degli artisti citati, oggi è l'architettura e l'arte (simbolismo in primis) a diventare fonte di stimolo. Ciò che determina l'interesse verso un dato
artista o movimento è la sua evoluzione, spesso è nei periodi che preludono la maturità che scorgo le fasi più interessanti, il fermento (metamorphosen).
4) L'erotismo e la fisicità nella sua essenza traspaiono dai tuoi lavori spiegaci per te che significato ha?
L'attrazione verso il corpo è uno delle spinte innegabili del mondo, ognuno di noi ha un universo di piaceri che vi ruotano intorno, cerchiamo sempre il nucleo svestito. La corazza di un corpo muscolare ha il valore dell'ultima veste che non si può togliere e che un individuo sceglie di avere per attività sportiva, ma spesso anche per difendere una nudità dell'anima che non si vuol mostrare. La prestanza fisica è vista come elemento di minaccia o deterrente, dove ci si può scontrare per difesa come per conquista. Tanto più è espugnabile, tanto è più elevato il rischio di esserne oppressi e specularmente il piacere di conquista e dominio. Nelle mie immagini la fisicità quasi mai è trionfale.
5) Cos'è per te la bellezza?
Un contrasto armonico, quasi mai una perfezione assoluta del corpo e dello spirito. Ciò che genera desiderio e brama.
6) Vittime e carnefici: parlaci di loro vestire mentite spoglie nei confronti di chi ci opprime o minaccia
è una raffinata scuola di guerra, nel gioco dei sensi anche una forma di voyeurismo. Se l'oggetto del desiderio ha la capacità o il potenziale distruttivo (inteso corpo e anima), prima o poi prevale il senso di rivalsa,e quasi sempre il piacere assecondare prima, e di ripagare dopo con la stessa moneta ci esalta a seconda della nostra goliardia.
Credo che ognuno di noi ha una sua personale opzione oltre la quale scatta il passaggio fra vittima e carnefice, in fondo quando si parla di crollo delle certezze, si fa un parallelo allo stesso concetto.
7) Com'è il tuo rapporto con la fotografia analogica?
Sono figlio dell'era analogica, non ho mai concepito la fotografia senza il controllo del processo di sviluppo in camera oscura. Il computer non ha tolto niente, casomai ha aggiunto molto. Per me il
passato in laboratorio è stato una palestra efficace, ma non so se la consiglierei ad un giovane che intende intraprendere questa strada. Essendo un materico, preferirei un immagine impressa nell'argento di una pellicola, ma oggi lo considero un vezzo, almeno fino a quando un accidente manderà in frantumi i miei hard disk e backup, speriamo di no!
8) Hai una massima con cui inizi la giornata o i tuoi lavori?
Sì, è una massima di vita: per quanto impegno, studio, sacrificio puoi mettere nelle cose, abbi sempre lo spirito per ricordarti che spesso puoi mettere al mondo anche delle colossali minchiate.
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